2014-11-16

Realtà parallele

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Qua a Milano piove da giorni ed è tutto allagato. Un motivo in più per rinchiudermi in casa e studiare.
Studiare per un esame che probabilmente dovrò ridare comunque e sono davvero molto molto molto arrabbiata per ciò.
Sinceramente non so neanche perché mi debba impegnare così tanto per una cosa quando poi tutto va male per altri motivi (come i lavori di gruppo che secondo me dovrebbero proprio eliminare..). Poi dovrò ricominciare con l'ansia per gli esami e l'autocommiserazione per non essere mai abbastanza preparata. I due anni che mi mancano sembrano un'eternità. Ho ripreso a studiare così tante volte che non ho neanche idea di cosa io sappia fare o cosa no.
Lingue, cinematografia, bartending, scienze della comunicazione... tutte cose che so che non mi porteranno mai da nessuna parte, ma continuo a farle spinta non so da cosa. Non la chiamerei neanche più sogno o passione. Sono troppo vecchia e sconsolata per essere spinta da simili ideali.

Sono sempre stata una frana nel scegliere il mio percorso.
Cinque anni di liceo classico che sono stati per me un inferno. Non ho mai voluto fare il classico, non sono neanche felice di aver ottenuto la maturità. Cinque anni buttati nel water, di cui ho pochi ricordi e poche conoscenze rimaste (se non proprio zero). Ho studiato controvoglia con risultati al limite della sufficienza giusto per aver un pezzo di carta. Col senno di poi me la sarei dovuta godere di più la vita in quegli anni, ma al tempo ero troppo sconsolata nell'essere costretta a frequentare una scuola di cui non me ne importava niente e studiare cose che non mi piacevano e non mi interessavano. Non ho neanche avuto professori che me la facessero amare. Non sono mai stata fortunata neanche nell'avere un mentore (non ricordo neanche un solo nome), quando sembra che tutti abbiano avuto almeno un professore d'esempio. Io no.
A sei anni volevo diventare astrofisico. Mi pento tuttora di non aver seguito quella strada. Ora probabilmente già lavorerei.

Dopo la maturità son scappata all'estero credendo che i miei problemi fossero l'Italia e gli italiani. In realtà erano solo una minima percentuale. Il resto era dato da me stessa e le mie insoddisfazioni personali. E' stato un capriccio durato quasi 5 anni nei quali mi son resa conto che non avevo grandi ambizioni nella vita (volevo fare la cameraman, ma dopo due anni ho subito rinunciato.. probabilmente era solo l'ultimo capriccio che volevo togliermi). Ho fatto la barista, mi è piaciuto, ma non mi dava particolari soddisfazioni (ogni tanto sì, ma non l'avrei mai fatto per tutta la vita).

E quindi mi ritrovo ora in Italia, di nuovo, a continuare un nuovo percorso di studi che probabilmente non mi porterà a nulla, ma come nel caso del liceo, mi servirà solo per prendere un maledetto foglio di carta che spero mi apri nuove strade per nuovi capricci. Arriverò a 27 anni (sperando di laurearmi in corso) senza esperienza nè sogni nè ambizioni. Pensando di continuo che avrei dovuto fare l'astrofisico invece di cimentarmi in materie letterarie per le quali non sono neanche portata.

L'unica cosa positiva è che tutto questo percorso mi ha portato a conoscere la persona che amo. Probabilmente se non avessi fatto le superiori controvoglia non avrei mai pensato di scappare dall'Italia per la mia insoddisfazione personale, non avrei mai fatto la barista a Tokyo per mantenermi, non avrei mai conosciuto il mio ragazzo al bar dove lavoravo, non avrei mai avuto il coraggio di dichiararmi spinta dal fatto che comunque non avevo niente da perdere e non starei con lui adesso.
Avrei fatto l'astrofisico però.

In tutto questo non ho mai pensato di fare il liceo scientifico.
In realtà volevo fare l'artistico.
Quindi non sarei diventata un astrofisico lo stesso :)
O forse sarei diventata un astrofisico che sapeva anche disegnare.

2014-10-19

Horror e non solo (o forse sì)

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Come molti sapranno, io sono una grande appassionata di horror giapponesi.
Penso che molti conosceranno film come Ring, Ju-on, Chakushin ari (The Call) ecc ecc... ma con molto dispiacere, a parte quei pochi titoli che arrivano in Italia rispetto ai tantissimi film e telefilm che escono nel Sol levante, la maggior parte delle creazioni horror giapponesi sono sconosciute. Secondo me un grande ostacolo è rappresentato dalla grande differenza di lingua e cultura rispetto alla nostra: l'esistenza dei fantasmi giapponesi è legata al culto shintoista dei morti e la sete di vendetta che resta a questi spiriti dopo anni e anni di sofferenza terrena molto spesso è alla base di qualsiasi horror nipponico. Ma è un discorso troppo lungo e complesso (e moltissime altre persone sono in grado di spiegarlo meglio di me) quindi non mi ci soffermerò.

Ricordo che quando frequentavo il liceo ero contentissima di trovare dvd di film giapponesi qua in Italia. Ogni tanto ne usciva qualcuno e, seppur non conoscendo la trama per niente, li compravo ad occhi chiusi. Ho ancora una buon collezione a casa di mia madre. L'unico telefilm horror che son riuscita a trovare era MPD Psycho diretto dal buon Miike Takashi (che era anche un ex allievo, si parla di almeno una trentina di anni fa, della scuola di cinema che ho frequentato in Giappone), per il resto c'era solo qualche film, sempre degli stessi registi, alcuni più famosi, altri di nicchia (forse il film più strano che ho, insieme al citato MPD Psycho, è Nagai yume, versione cinese del dvd giapponese trovato a qualche fiera nel fumetto; ammetto di averlo comprato non per il mio amore nei confronti dell'horror, ma perchè adoravo uno degli attori protagonisti). 

Dopo aver frequentato la scuola di cinema, mi era venuto un certo trauma per i film (ne ho visti davvero pochissimi in quei anni) e solo di recente (due-tre anni circa) ho cominciato a vedere film e telefilm con un certo ritmo (ossessivo? probabile.. vedo almeno una cosa al giorno..) come potete notare da alcuni post precedenti.
Quest'estate ho colto l'occasione per vedere un po' di telefilm horror giapponesi, obbligando il mio ragazzo ad affittarli e vederli con me (anche se alcuni alla fine li ho visti da sola..).
Già nel periodo in cui ero in Giappone ogni tanto di notte in tv trasmettevano programmi come Torihada (トリハダ: Pelle d'oca) e Kaidan shin mimibukuro (怪談新耳袋: Storie di Fantasmi, I nuovi mimibukuro -una raccolta di storie risalente al periodo Edo-), entrambe antologie in cui ogni episodio contiene varie storie di circa 5 minuti (anche se Torihada, a differenza del secondo, ha anche una storia "base" per ogni puntata che viene raccontata tra un racconto e l'altro). Esistono anche dei film basati sulle due serie, ma a parte il primo film di Torihada (visto per caso in tv quest'estate) non ho ancora visto gli altri.

Come dicevo, ho approfittato della mia permanenza in Giappone quest'estate per vedere alcuni episodi che non avevo visto prima (alcuni si trovano anche su YouTube, ma non credo siano sottotitolate purtroppo) e anche per arricchire le mie conoscenze.
Di sicuro una serie di dvd che non consiglierò a nessuno sarà quella di Anata no shiranai kowai hanashi (あなたの知らない怖い話: Le storie paurose che non conosci) che in pratica è sulla falsa riga dei due telefilm citati prima, ma con storie che, più che paurose, mi hanno fatto sbellicare dalle risate. Dopo averlo affittato ho scoperto che ci sono gli episodi su YouTube.. era molto meglio vederli lì e basta. Sono delle storie stupidissime che mi vergogno di aver visto (ancora rido se ci penso..)
Due serie invece che consiglio tantissimo sono invece Housou kinshi (放送禁止: Proibita la distribuzione) e Honto ni atta! Noroi no video (ほんとにあった!呪いのビデオ: Sono successe davvero! Storie maledette). 

Housou kinshi è una serie per ora formata da 6 episodi e tre film (l'ultimo dei quali è uscito una settimana fa in Giappone) con distribuzione irregolare (la serie l'hanno trasmessa in tv in giorni non ben definiti a distanza di mesi tra l'uno e l'altro). Anche questa è una serie antologica e gli episodi non sono collegati tra di loro, mentre i primi due film sono collegati rispettivamente al 6° e al 2° episodio.
E' una serie di mockumentary (falso documentario) ed ogni episodio è teoricamente un documentario non mandato in onda per una serie di motivi. La prima volta che l'ho visto in realtà pensavo fosse tutto vero ed ero rimasta un po shockata. Ogni episodio inizia con la scritta "Non è vero che un insieme di fatti portino alla verità. Riuscirai a capire la verità?" e finisce con "Sei riuscito a capire la verità?" perchè in realtà la trama raccontata nei vari documentari non è altro che una finta storia che ne nasconde un'altra vera e più profonda. Durante gli episodi ci sono una serie di aiuti (che possono essere immagini nascoste nell'inquadratura, scritte, anagramma dei nomi dei protagonisti, frasi e così via..) che soltanto stando attenti ad ogni minima scena è possibile captare.
Non sto a dirvi quanto mi abbia emozionato questa serie. Ad ogni episodio ero attentissima a non farmi sfuggire niente, ad interpretare la mia realtà e a discutere col mio ragazzo di ogni cosa che avevamo notato (non dico quante volte siamo tornati indietro durante le varie scene..). Non contenta andavo anche a leggere le varie interpretazioni online.
E' la prima volta che mi son trovata di fronte una serie che stimolava così il mio cervello e la mia fantasia. Ho affittato il dvd del primo film quasi per caso (mi ispirava il nome) e da lì ho subito affittato e visto il resto (tranne l'ultimo film, purtroppo) in pochi giorni.
Purtroppo su Youtube si trova solo il primo episodio (che personalmente è quello che mi è piaciuto di meno), ma se qualcuno è curioso consiglio di guardarlo. Mi spiace solo che sia in lingua originale (non avrebbe senso tradurlo, anche perchè molti degli indizi sono interpretabili solo attraverso il giapponese) quindi è necessaria una conoscenza abbastanza buona. In ogni caso davvero consiglio tantissimo questa serie.
I miei episodi preferiti sono il 2 (che parla di una famiglia numerosa composta da genitori e 5 figli), il 3 (che parla di stalker) e il 5 (che parla di un piccolo villaggio creato per curare aspiranti suicidi). Il primo episodio parla di una palazzina disabitata, il 4 parla di una vicina di casa un po' particolare e il 6 parla di violenza domestica. Il primo film parla invece di violenza e bullismo (da collegare all'ultimo episodio) e il secondo della numerosa famiglia (la stessa del secondo episodio). Il terzo film uscito di recente parla di una donna a cui viene fatto il lavaggio del cervello dopo un trauma subito.
Per quanto riguarda il livello di paura, non c'entra niente con fantasmi o apparizioni, anzi, in questa serie è l'uomo stesso che fa paura (soprattutto quando alla fine si capisce la vera intenzione del documentario) quindi per me è molto più spaventoso di uno splatter.
Provate a dargli un occhiata e ditemi che ne pensate!!

Honto ni atta! Noroi no video non è la tipica serie sui fantasmi. Anche questo è un documentario (io penso sia anche questo falso, ma si dice in giro che alcuni video trasmessi siano reali) di cui esistono ben 59 episodi (il 60° esce tra poco) e qualche film. In ogni episodio vengono trasmessi video mandati dagli ascoltatori (e non solo) nei quali appaiono fantasmi (di solito sono video normali ripresi per strada o a casa, alcuni sono invece ripresi da telecamere di sorveglianza, dove all'improvviso appare qualche faccia o silhouette strana). Alcuni di questi video sono accompagnati da interviste a coloro che li hanno mandati o a persone collegate direttamente con i fatti strani che vengono mostrati. I protagonisti di questa serie sono coloro che lavorano per il programma (registi, aiuto registi e tecnici di montaggio) che avviano ricerche per scoprire il perchè dell'esistenza di questi video maledetti. In alcune puntate i vari aiuto-registi/montatori sono direttamente coinvolti nei fatti (son quasi sicura che le loro ricerche sian tutte finte comunque) e non è raro che spariscano dopo esser rimasti terrorizzati da alcuni eventi successi durante le riprese.
In realtà non so quale sia la linea di divisione tra realtà e finzione, ma anche se fosse tutta una finzione questa serie mette abbastanza paura. Anche perchè ogni episodio inizia con la premessa dell'azienda dei dvd di non assumersi la responsabilità per ogni cosa che possa succedere dopo aver visto i filmati e che questi ultimi son stati tutti sottoposti a purificazione spirituale (esorcismo?). Che sia vero o falso un po' paura la mette...
Vidi questa serie per la prima volta circa 4 anni fa (dopo che me l'avevano consigliata), ma credendo fosse tutto vero non me la sentivo di vederla tutta da sola. Poi col passare del tempo mi ero dimenticata il nome della serie (anche perchè i telefilm horror giapponesi hanno tutti il nome simile) fino a quando non la ritrovai due anni fa per caso in tv grazie all'inconfondibile voce del narratore (ma anche in quel caso nessuno voleva vederla con me, quindi evitai di prendere in prestito i dvd). Quest'estate ho beccato un episodio di nuovo in tv e da lì mi son fatta forza e ho inziato a vedere un po' il resto degli episodi (non tutti ancora perchè 59 son tanti e vederli tutti di seguito non è proprio consigliabile...). Si trovano anche abbastanza facilmente su YouTube (non tutti, ma alcuni) quindi se qualcuno è curioso e ama il genere può vederlo da lì. In questo caso la conoscenza del giapponese è utile per seguire l'andamento delle varie ricerche dello staff, ma per i vari video non serve sapere cosa dica il narratore (anche perchè il "fantasma" si vede sempre benissimo), quindi anche nel caso non sappiate bene la lingua magari per curiosità provate a dargli un occhiata.
Comunque non mi assumo la responsabilità in caso di incidenti!

Se qualcuno ha da consigliarmi qualche bel film/telefilm horror sono tutt'orecchi!! Quando finirò tutta la serie di Noroi no video magari sarò curiosa di vedere altro.

2014-10-03

Ogni tanto ricordo..

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..di avere un blog. E di non averci scritto per 7 mesi.
Ma, a volte ritornano. E son ritornata.
In questi 7 mesi è successo di tutto, ho addirittura passato il compleanno più brutto di sempre, ma il tempo passa e le ferite guariscono quindi va bene così.
Ho passato vari esami e son contenta, potevo fare di meglio, ma anche questo va bene così, l'importante è andare avanti.
Sono inoltre ritornata in Giappone per circa tre mesi, ho provato a convivere col mio ragazzo, abbiamo gioito e litigato come ogni coppia fa normalmente e.. anche questo va bene così.
Poi son tornata in Italia, il distacco è stato di nuovo triste, ma si supera anche questo e ora son tornata alla vita normale tra lezioni, studio, messaggini su line e qualche seratina fuori con amici.
In realtà la mia vita non è poi così interessante, ma son riuscita a superare il primo anno di università sperando che anche il secondo vada liscio senza troppi intoppi.
Si pensava anche di far venire il mio ragazzo qua, ma per ora è difficile quindi devo stringere i denti ancora un po' almeno fino a quando non potrò rivederlo.

Comunque con lo strano tempo che c'è in questi giorni mi è venuto il raffreddore e il mal di gola. In realtà fino a stamattina stavo benissimo, ma appena finite le lezioni ho iniziato ad avere i primi sintomi e ora sono a letto mezza moribonda. Odio il mal di gola.

2014-03-11

Tre anni dopo

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Sono passati tre anni dal terribile terremoto-tsunami del Tohoku.
Non so in Italia che notizie siano state divulgate e sinceramente sarà stato lo shock subito, ma anche io ricordo poco di quei giorni.
Essendo a Tokyo non ho subito nessun danno, a parte il senso di nausea e la paura. Ricordo che stavo per mettermi a cucinare quando è iniziato a tremare tutto (ed io ingenuamente pensai che fosse la mensola dei piatti che stava per cedere..). Dopo una prima scossa più breve, è arrivata una seconda più forte e soprattutto più lunga. Per la paura uscii fuori dal mio appartamento e incrociai lo sguardo di una signora che abita vicino che iniziò a dire "Qui il terreno è solido, non dovrebbero esserci problemi". Quei due minuti sembrarono interminabili. Non ricordo neanche io bene cosa feci a parte andare dentro e fuori casa di continuo.
Alla fine delle due scosse, l televisione accesa iniziò a trasmettere il telegiornale e la piantina del Giappone lampeggiante (rosso per le zone colpite, giallo per le zone a rischio). Ovviamente pur avendo una conoscenza della lingua abbastanza buona, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo e dove. A Tokyo continuava a lampeggiare la luce gialla e non capivo cosa avrei dovuto fare in caso di emergenza. Iniziarono inoltre  a parlare dell'arrivo dello tsunami, del fatto di allontanarsi dalla zona a rischio, dei treni fermi, delle luci saltate, delle zone di emergenza e rifugio.. tutto alternato a filmati di stanze e uffici che tremano, di persone che seppur non andando del panico non capivano bene cosa stesse succedendo.
Almeno due volte l'ora inoltre arrivava qualche scossa di assestamento. Il telegiornale continuava ad essere trasmesso in diretta, con qualche segnalazione qua e la dalle zone colpite. Poi si è iniziato a parlare delle centrali nucleari di Fukushima e la faccia dell'ex premier del Giappone e del vice-premier che con l'elmetto in testa non si capiva cosa realmente stessero facendo. E nell'angolino in alto c'era sempre la cartina lampeggiante. Quella maledetta cartina...
Le linee telefoniche non funzionavano, ma per fortuna internet sì quindi riuscii a contattare qualcuno per farmi spiegare meglio la situazione. Quella sera sarei dovuta andare al lavoro, ma ovviamente nessun locale della zona aprì quella sera. I treni erano fermi e in tv facevano vedere le ondate di persone che cercavano di tornare a casa a piedi pur camminando per km e km.
Non sapevo cosa fare. La paura era tanta. Anche se cercavo di dormire, mi svegliavo in continuazione per le scosse di assestamento. La tv è rimasta accesa per 2-3 giorni di fila anche la notte. Non riuscivo neanche ad andare al supermercato o al kombini. L'unica volta che ero andata, non c'era nè acqua nè niente. I rifornimenti non arrivavano mai, e se arrivavano qualcuno se li accaparrava prima di me. Per fortuna la situazione iniziò a stabilirsi piano piano e tutto sommato noi a Tokyo eravamo molto fortunati rispetto a coloro che abitavano nella zona di Miyagi e Fukushima.

Sinceramente non saprei neanche immaginare il terrore che possano avere avuto coloro che abitano nel Tohoku. Se io, abitando in una zona abbastanza sicura, avevo paura di qualcosa, di sicuro loro ne avevano 10 volte tanto.

Circa una settimana dopo, partii per l'Italia (è stato un caso che avessi preso il biglietto in quel periodo qualche mese prima) dove ovviamente tutti mi hanno detto di non ripartire per il Giappone.
Ma non me la sentivo di lasciare tutto così, per quello dopo circa due settimane sono ritornata a Tokyo dove per fortuna la situazione era già più stabile (a parte i vari blackout volontari iniziati per il risparmio energetico).

Molto dopo iniziai a seguire le notizie sulla centrale nucleare (sinceramente essendo molto ignorante in materia non capivo proprio nulla a riguardo) seppur qualche accenno era sempre stato presente nei notiziari.
La tv piano piano iniziò anche a trasmettere i programmi normali. Ricordo che nel giorni successivi al disastro su tutti i canali trasmettevano telegiornali. Le uniche volte che non aveniva trasmesso era quando avevano lasciato spazio per dei cartoni animati (probabilmente per cercare di distrarre i bambini), che avevo iniziato a seguire anche io per distrazione. Dopo 2-3 giorni veniva trasmessa anche qualche replica di programma di varietà e dopo una settimana il palinsesto era quasi tornato al normale. E come dimenticare tutte quelle pubblicità progresso trasmesse in continuazione.
Tornata dall'Italia la situazione era abbastanza tornata alla normalità. Le scosse erano diminuite, la tv trasmetteva i programmi di tutti i giorni, anche se il tg trasmetteva sempre le notizie riguardo le persone scomparse, gli sfollati e le centrali nucleari, la gente ne parlava poco. Anche a lavoro cercavamo di non parlarne.  Un po' per paura, un po' per tristezza.

Uno dei miei clienti è originario di Fukushima. Ricordo che la prima volta che lo incontrai, circa un anno prima del terremoto, gli chiesi se Fukushima era un'isola (shima in giapponese vuol dire isola) e dove si trovasse. Lui mi rispose che pur avendo shima nel nome, non era un'isola e che si trovava a nord. Allora non sapevo neanche dell'esistenza di quella zona, ora la troverei sulla cartina in un secondo. Non lo incontrai per un po' di tempo dopo il terremoto, probabilmente era andato dai parenti, ma quando lo rividi non riuscii mai a chiedergli se stavano tutti bene per paura di una risposta negativa. In seguito ho anche avuto una pesante discussione con questa persona, probabilmente il fatto di ubriacarsi sempre e di litigare con tutti è derivato da qualcosa inerente al grande disastro di Fukushima, ma anche questo non sono mai riuscita a chiederlo.

In realtà parlo poco di quel periodo del terremoto. Un po' perchè non mi ricordo molto i dettagli, se non un insieme di ricordi sfusi, un po' perchè non sono riuscita a fare mente locale delle mie emozioni in quel periodo. Da una parte avevo paura, dall'altra mi ritenevo fortunata nell'essere a Tokyo e non nelle zone colpite. Da una parte volevo restare in Italia, dall'altra ho deciso di tornare in Giappone. Da una parte non capivo gli aggiornamenti su Fukushima ed avevo paura, dall'altra chissenefrega tanto prima o poi dobbiamo morire. E così via, un continuum di sentimenti che si alternavano tra di loro in continuazione.

Ricordo che in quel periodo post-terremoto si sposò tantissima gente. La paura ha vinto anche sui sentimenti dato che molti di questi sposini hanno divorziato due-tre anni dopo. La paura di essere soli in situazioni del genere l'ho provata in prima persona. Forse proprio il fatto di essermi sentita sola è stata la mia paura più grande. Ringrazio le persone che mi son state vicine in quel periodo.
Probabilmente se avessi conosciuto il mio ragazzo attuale un anno prima molte cose sarebbero state diverse. Sinceramente non gli ho mai chiesto di quel giorno.

L'anno scorso, a due anni della tragedia, sono andata in un paesino a sud di Fukushima per un concerto di beneficenza. Una lunga sirena scandiva il minuto di silenzio nell'ora commemorativa. Tutte le persone intorno a me si son fermate e hanno stretto le mani come se stessero per pregare (non so se religiosamente abbia avuto un significato o meno per loro). Ero davanti alla stazione e mi sono unita a loro per quel minuto. Finito il tempo tutti hanno continuato normalmente a camminare e parlare. Quel minuto è stato comunque molto toccante.

Ora son passati tre anni, sono tornata in Italia, ma noto che comunque nessuno riesce a dimenticare.
Io ho rimosso molte cose, ma ricordo ancora un po' l'ansia che avevo in quei giorni, i filmati trasmessi in tv, le pubblicità progresso, la tachicardia provocata da ogni scossa, la cartina lampeggiante in tv e il senso di alienazione nato dalla domanda "sogno o son desto?".
La cosa più spaventosa e non sapere cosa sarebbe successo dopo. Non poter prevedere una situazione del genere. La paura di poter morire. Da sola. O di perdere qualcuno a me caro.
Questa paura c'è ancora (soprattutto in previsione del cosiddetto big one), ma non voglio inquadrare solo la situazione del Giappone, quanto un po' tutto il mondo. Anche in Italia abbiamo i nostri problemi sismici e così un po' in tutto il mondo.
Non ho scritto questo post solo per ricordo. Più che altro per riflettere sul fatto che qualcosa come il terremoto del Tohoku, se non peggio, può avvenire dappertutto e se siamo davvero preparati o meno.
Io non lo sono.

2014-02-28

Fine esami

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Patapam! Ho cambiato il layout, ed è diventato più sofisticato di prima.
Mi sono accorta che non c'è nè una descrizione del blog, nè una mia, ma va bene così. Questo blog era nato per raccontare le mie esperienze in Giappone, poi si è trasformato in un blog per sfoghi random e ora non ha neanche più un senso, semplicemente parlo a vanvera di cose che non importano a nessuno.. ma va bene così.
Per questo, probabilmente, una descrizione non serve neanche.

Ho finito la sessione invernale degli esami. Sono contenta di poter avere un po' di giorni di vacanza dallo studio (praticamente sono rimasta due mesi chiusa in casa..), anche se la voglia di far qualcosa non c'è proprio e resto a casa a non far nulla. Ma anche questo va bene così.

Per fortuna non mi hanno bocciato agli esami, quindi il mio piano di scappare per un po' di giorni dall'Italia e andare a Tokyo sembra procedere senza grandi intoppi.. Ci sono persone che vorrei rivedere dopo più di un anno e non vedo l'ora.
Avrei tanto voluto partire adesso essendo il periodo dell'anno più bello lì.. ma non per i ciliegi o che, ma perchè è il periodo in cui vendono il Sakura frappuccino alla Starbucks, il più buono al mondo!!! (alla faccia del Maccha! tò, fa pure rima)
Purtroppo non si può avere tutto dalla vita quindi spero che qualcuno in Giappone gli dia un sorso anche per me. Grazie.

Per la cronaca, un pacchettino mandato a Tokyo ci ha messo una settimana per arrivare, mentre 5 miei pacchi spediti da Tokyo a maggio dell'anno scorso non sono mai arrivati. Un po' ci penso e me ne rammarico...
Speriamo che almeno mi arrivi un regalo per il White day!!

2014-02-17

Local post for local people

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Avrei dovuto scoprire tanti anni fa le meraviglie del black humor inglese e non sentirmi in colpa di aver scoperto questa perla di The League of Gentlemen soltanto adesso.
Non è solo una serie televisiva, ma un mondo creato da quattro comici inglesi che vestono i panni di tutti i personaggi di una cittadina immaginaria in maniera sublime.
Le puntate non sono molte, ma dopo 3 stagioni (ognuna di 6 puntate), uno special, un film e due spettacoli teatrali, aver concluso tutta la serie mi ha rattristato tantissimo. Un po' mi manca...

Degli stessi attori/autori sono anche riuscita a vedere Psychoville e Inside no.9 (quest'ultimo attualmente trasmetto e arrivato alla seconda puntata). In realtà, a differenza di The League of Gentlemen, questi due sono scritti solo due dai tre protagonisti (il terzo attualmente sta lavorando al telefilm di Sherlock Holmes, che anche adoro), ma non hanno niente da invidiare al primo lavoro. Ognuna di queste tre serie citate è completamente diversa dall'altra sia dal punto di vista del genere, che della storia (Inside no.9 inoltre, a differenza degli altri due, è un'antologia), ma con i loro unici stili mi hanno appassionato tantissimo, tanto da consigliarli, soprattutto a chi ama il genere horror-comico surreale.

E comunque lo ammetto, ho un certo debole per Reece Shearsmith nei panni di Ross.. sigh.

2014-02-08

Neve o non neve

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A Tokyo nevica e a Milano no.
Dicono che sono 45 anni che non nevica così... ma io ricordo la neve dell'anno scorso grazie alla quale un tratto di strada di 20 minuti (casa - lavoro) era diventato qualcosa come 1 ora tra scivolate e cadute.
Ma ogni anno devono fare la scena dell' "uggesùstanevicandoooo"!!!!

Io non sono una persona da neve (neanche da mare, ma se mi dovessero chiedere quale delle due preferisco, direi il mare) quindi me ne importa poco e niente, ma ammetto che dopo aver visto Frozen, la voglia di costruire un pupazzo di neve c'è. Uohoo!
Ricordo ancora il pupazzo ubriacone che i miei clienti costruirono davanti al bar il giorno della bufera.. era bellissimo.. con il bottiglione di sake accanto.

Tra una settimana inoltre è San Valentino e yuhuuuuuuu chissene.
Il mio ragazzo si diverte con la neve e io invece sto a casa a studiare :( che brutta vita...

Da quando sono in Italia inoltre ho notato che pian piano il mio giapponese sta peggiorando. Pur scrivendo giapponese ogni tanto ai miei amici lì, il parlato non è più veloce e naturale come una volta, persino l'accento italiano si inizia a sentire. Che brutto.
Inoltre tutti gli amanti del Giappone in Italia amano sempre le solite cose, manga, sushi, cosplay... Io non leggo manga, non mangio sushi, non faccio cosplay, quindi mi sento così diversa sigh.
Ho iniziato a vedere anche un po' di video su YouTube di gente che ha vissuto in Giappone e sì, saranno carini e tutto... ma non posso essere io l'unica pecora nera a cui non interessa mai quello che di solito alla gente piace (non solo per quanto riguarda l'estremo oriente.. in generale..).
Io non farei mai un video °_° che vergogna oh! Invidio la gente che ci riesce.. io mi sentirei una deficiente haha.

Non vedo l'ora che questo mese passi perchè questa sessione di esami è tragica e mi sta uccidendo... Anche se i libri che sto leggendo sono proprio belli (potrei fare un post a riguardo.. mh..)

Forza amici universitari.. ce la possiamo fare e superare la sessione invernale!!
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